mercoledì 25 giugno 2014

HIROSHIMA, MIYAJIMA and back to TOKYO walking and rail

Dopo una buona colazione in soggiorno nella guest house di Osaka, prendiamo i nostri zaini e andiamo alla stazione per prendere lo shinkansen verso Hiroshima. Piove e ci affanniamo per trovare il treno giusto, dopo mille corse e dopo aver chiesto info a mille addetti che non parlano una mazza di inglese, neanche destra e sinistra, alla fine lo troviamo per tempo.

Arriviamo a Hiroshima, una città grande e modernissima, e prendiamo un autobus che ci porta al parco del memoriale della Pace.
Qui vari reperti e ricostruzioni storiche ricordano l’evento apocalittico del 1945. Nel parco si trovano le rovine del Genbaku Dome, uno dei pochi edifici che rimasero in piedi vicino all'epicentro dell'esplosione atomica. Spettrale e tristissimo per tutto ciò che rappresenta. Impossibile negare che questa visita ci ha particolarmente scossi, facendoci toccare con mano la brutalità della Bomba H sulla popolazione giapponese.

Di qui partiamo poi con una altro treno verso l'isola di Miyajima, detta anche Itsukushima, nella baia di Hiroshima, dove abbiamo prenotato per la notte.
Arrivati al porticciolo ci imbarchiamo su un battello che ci porta all'isola (compreso nel Japan Rail Pass).

Raggiungiamo a piedi la bellissima guest house abbarbicata su una collina. Capiamo subito che anche in questo luogo, come a Nara, la fanno da padroni i cervi, che sono ovunque, per strada, nei negozi e nei giardini delle case. Il proprietario è gentilissimo e ci siamo solo noi. Il salone è enorme e ci sono tutti i possibili comfort. Dalla grande vetrata si vede il giardino e ci sono dei cervi che si mangiano allegramente le siepi.
Usciamo e andiamo a visitare il meraviglioso tempo sull'acqua Itsukushima Shrine, e il grande Torii in mezzo alla baia. Il fenomeno delle maree rende il tutto ancora più affascinante.
Per le strade del villaggio ho l'occasione di assaggiare i nikuman, dei panini caldi con ripieno di carne che credo siano una delle cose più buone che abbia mai mangiato.
Anche in questo posto sperduto, come in tutto il Giappone, girano tizi vestiti in cosplay, non mi ci abituerò mai.
Ceniamo nella cucina della guest house con dei soba messi a disposizione dal proprietario.
Il mattino seguente ripartiamo per Tokyo.
Prendiamo uno shinkansen velocissimo e arriviamo in centro, nella stazione più prossima al nostro ultimo alloggio, l'Homeikan.

Non riusciamo a capire come orientarci e chiediamo aiuto a un passeggero, che non riuscendo a spiegarsi si offre di accompagnarci a piedi, in prima persona. Restiamo basiti da cotanta gentilezza. Camminiamo per mezz'ora con lui fino al nostro ryokan e pensiamo a quanto tempo ha perso per essere altruista.

L'Homeikan è favoloso, un vero ryokan tradizionale di una volta. Ce lo godiamo e facciamo un bel bagno caldo nell'onsen.
Usciamo per cenare e per finire gli ultimi yen, compro una borsa piena di piccoli manga che mi è rimasta nel cuore. Domani si riparte verso l'aeroporto.
Il giorno dopo il personale dell'Homeikan ci saluta come se fossimo stati loro familiari, tutti sulla porta ad agitare le mani e a fare inchini. Sono fantastici questi giapponesi.
Torniamo a Narita dove ci aspetta il nostro volo.

Mai vacanza fu più ricca di fascino, storia, tradizione, meraviglie e gentilezza di questa.


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