giovedì 26 giugno 2014

NARA, MONTE KOYA, e OSAKA walking & rail


La cittadina di Nara si snoda attorno a una strada principale piena di negozi molto carini. La Iki Guest House non ci delude, è un posticino tutto nuovo, molto accogliente, e gestito da un ragazzo gentile. Facciamo solo il luggage drop, per il check-in è ancora presto ma almeno possiamo mollare giù gli zaini e andare a visitare la città senza intralci.

Passeggiamo sulla via principale fino a raggiungere il Nanendō, un padiglione ottagonale. Sulla destra vediamo ergersi il Gojū-no-tō una delle pagode più alte del Giappone. Ma avvicinandoci a questa pagoda notiamo subito un certo numero di cervi che scorazzano liberi lì nei dintorni. Questo perchè i cervi sono considerati messaggeri divini nella religione Shinto.

I bambini li accarezzano e i cervi si fanno coccolare senza tanti problemi. Cavolata del secolo: compriamo dei biscotti per cervi, e inviamo una rogna tremenda, iniziano tutti ad assalirci e scappiamo coi biscotti in mano inseguiti dalle belve invasate che ci incornano la schiena.

WARNING: Non comprate i biscotti per cervi se non volete finire assaliti e incornati.

Facciamo delle bellissime foto con i cervi sotto la pagoda e poi ci spostiamo verso il Todai-ji, il tempio del Grande Buddha, il più grande edificio in legno del mondo.
Questo tempio con le corna dorate sul tetto (oibò) è immenso e ci sono orde di persone che si recano a visitarlo. Al suo interno c'è la Daibutsu (statua di bronzo di Vairocana Buddha) più grande del mondo, alta ben 14 metri, con due grandi statue dorate di Kannon ai lati.

Per raggiungerlo attraversiamo un grande parco (sempre pieno di cervi) dove veniamo fermati da un gruppo di studenti giappi che ci incastrano in una delle solite interviste. Distratti, non ci accorgiamo che un cervo strappa la mappa di mano a Claudio e se la mangia intera. Ecco siamo smappati. Ma riusciamo a raggiungere la zona del tempio con la sua enorme porta in legno Nandaimon, con i due guerrieri Nio, Agyo e Ungyo. Ci fermiamo nel parco dei cervi antistante per mangiare un gelato al thè verde...mangiare e tenere sportine in mano con i cervi famelici che ti aggirano è una vera impresa.

Una delle colonne portanti nella Great Buddha Hall ha un foro nel mezzo e si dice che sia della stessa grandezza delle narici del Daibuts.
I visitatori cercano di passarvi nel mezzo perché la leggenda dice che chi riuscirà ad attraversare il foro sarà benedetto con l'illuminazione nella vita futura. I bambini possono passare senza problemi, ma i grandi ne escono a fatica. Martino e la Mavi ci passano fluidi, ma anche Claudio ce la fa. Io considerato il mio culone non ci provo nemmeno. Resterò nel buio, pazienza.

All'esterno del tempio troviamo una statua inquietante, Binzuru (Pindola Bharadvaja), che a tutti gli effetti sembra un cadavere col cappuccio di tela rosso. É una specie di divinità guaritrice, si dice che sfregando la parte del corpo della statua e poi la parte corrispondente del tuo corpo che duole, ti guarisce. Ci provo subito con la caviglia, e ve lo giuro, da questo momento in poi non zoppicherò più per tutta la vacanza. Binzuru o fatalità? Io comunque a Binzuru ora ci credo, per carità che non ritorni zoppa.

Saliamo quindi su per la collina verso il Nigatsu-dō, una struttura collegata al tempio Todai-ji. Si caratterizza per una grande scala di legno e un grande balcone panoramico.

Troviamo pure una specie di bar dove servono gratuitamente thè verde, a patto che ci si lavino le tazze da soli. Il cartello "Warning Hornets" (saranno mica le temibili vespe mandarinie?!?) ci fa levare le tende in brevissimo tempo.  Riscendiamo e passeggiamo in mezzo ai cervi (mmmm) fino al Santuario Kasuga famoso per le sue lanterne di bronzo e le molte lanterne di pietra (tōrō).

Usciti di lì percorriamo un sentiero in mezzo ai boschi nel grande parco dei cervi, e dopo una lunghissima camminata (il giardino botanico che volevamo visitare purtroppo è già chiuso) rientriamo alla guest House Iki, non dopo aver acquistato la cena a un konbini. Il ragazzo tutto tronfio ci fa accomodare nella nostra stanza con un tatami verde nuovo di zecca, profumatissimo di paglia, che io distruggerò a breve. Abbiamo il bagno in stanza, e una cucina comune molto attrezzata.

Riusciamo a cenare divinamente in stanza: io con un pasticcio di riso e pesce gratinato, Martino con dei soba alle vongole, Claudio con dei tortelli e un'insalata di udon, e Mavi con degli udon alla carne. E per dolce una deliziosa mousse al thè verde e gelatina.Finita la cena mi alzo e intravedo una grande macchia scura sul tatami nuovo....la crema da corpo che mi ero messa al mattino ha unto la paglia e a vedersi è un disastro. Tento di lavare con delle salviette e asciugo col phon ma la macchia si espande e basta. Contrita per il danno involontario, non mi do pace sperando di non venire cazziati il giorno dopo. Ma il mattino riusciamo a coprire la macchia col tavolo, zitti e quatti come gatti ce ne andiamo via.

Si parte verso il Monte Koja. Cambiamo millemila treni e trenini e ci abbarbichiamo sui per la montagna. Arrivati in cima le pareti sono talmente scoscese che c'è una specie di teleferica verticale da prendere, emozione. E arrivati su prendiamo ancora un autobus che ci porta fino al tempio Fukuchi-in dove abbiamo prenotato la stanza.

Posto incredibile, giardini zen, interni giappissimi, facciamo il luggage drop e andiamo a visitare altri templi lì vicino. Ci sono monaci con le tuniche arancioni e gli zoccoletti di legno che girano ovunque. Del resto Kōyasan è considerato uno dei maggiori centri religiosi presenti in terra nipponica.

Il tempio Kongōbu-ji, casa del buddismo Shingon ha delle stanze meravigliose e un giardino di sabbia e pietra Banryu-tei, il più grande di tutto il Giappone.

Poi visitiamo il Danjō-garanun, complesso formato da diversi templi che risalgono all'800 (non 1800). La grande pagoda rossa Konpon Daitō spicca tra gli alberi colorati, qui è tutto spettacolare.

Facciamo una spesa a un konbini e pranziamo al convenient store con dei maki, i figli invece mangiano degli spiedini. Poi prendiamo l'autobus e ci dirigiamo verso il cimitero Oku-no-In: è senza dubbio uno dei luoghi più insoliti e suggestivi che abbia mai visto e lo consiglio a tutti quelli che vengono in Giappone.

Dopo aver attraversato il ponte Ichi-no-hashi, si entra nel cimitero che è il più grande del paese. Lugubre, silenzioso, maestoso, si snoda in mezzo a un bosco fitto di cedri altissimi. Si cammina in mezzo alle tombe percorrendo un sentiero lungo circa due chilometri (pare che le tombe siano più di 200.000). Le statue sono quasi tutte vestite con dei berrettini di lana colorati, delle tuniche e hanno tutte un bavaglino,per un effetto assolutamente creepy. Questo cimitero è considerato uno dei luoghi più sacri di tutto il Paese.

Dopo questa esperienza imperdibile riprendiamo il bus per tornare al Fukuchi-in, dove ci accolgono calorosamente. Ci consegnano degli yukata (degli abiti da notte) e poi ci portano la cena in stanza, preparata dai monaci e tutta a base vegetale. Non so cos'abbiamo mangiato, non si capiva se era pasta, frutta, formaggio, verdura, non si sa. Gusti mai provati, mille piattini e pentolini col fuoco acceso sotto, e un brodo da cui tiravi su delle alghe viscide che sembravano quelle attaccate ai pontili di Peschiera. Però ci abbiamo provato a finire.

Facciamo anche il bagno nel grande onsen (vuoto) che era per metà all'aperto, molto suggestivo.

Al mattino ci svegliamo all'alba per partecipare alla preghiera con i monaci nel tempio. Io sono terrorizzata perchè temo mi facciano fare cose che non so fare, quando iniziano tutti ad alzarsi uno dopo l'altro me la do a gambe prima di fare figure barbine.

Dopo una colazione improponibile in camera a base delle stesse cose non identificate della cena, partiamo per Osaka. Dopo i soliti millemila mezzi di trasporto per lasciare il Monte Koya arriviamo alla guest-housae U-Enu di Fukushima. Carinissima, belle stanze e ottima cucina-soggiorno comune con tutti i comfort. Facciamo il solito luggage drop e andiamo a visitare la città di Osaka.
Questo posto è folle, sembra Gardaland, le insegne dei negozi sono pazzesche. Visitiamo il Dotonbori e pranziamo con gli spiedini di polipo, i takoyaki. Mi lancio come sempre alla ricerca di un tayaki (il solito pesce dolce ripieno) e ne trovo un fac simile alla crema. 

Visitiamo i vari mercati, c'è veramente di tutto, e compro una fantastica borsa di Kumamon, l'orso che è mascotte del Giappone, poi torniamo in guest House per far pranzare i figli con un mac panino e gli spaghetti alle vongole. Ci riposiamo e poi usciamo per la cena (piove) facendoci consigliare dove poter mangiare un'ottima economiyaki (una specie di frittata agrodolce con verze e gamberi), e ci mandano da Kakusho sotto la ferrovia. Il posto è imboscatissimo, è sotto la ferrovia, ed è frequentato da soli giappi. Quando entriamo ci guardano come per dire...oddio ci hanno trovati.
Il vecchio Kakusho (avrà 80 anni) opera su una piastra in ferro in una cucina che è preistorica e lercia (ho visto pure uno scarrafone) ma fa l'okonomiyaki più buona di tutta Osaka.

Prenotiamo lo shinkansen per il giorno dopo, rientriamo, ci facciamo un the verde in cucina e poi a nanna.
Domani si parte per Hiroshima.




1 commento:

  1. FreedomPop is the #1 100% FREE mobile phone provider.

    With voice, text & data plans always start at £0.00/month (100% FREE CALLS).

    RispondiElimina